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Percorsi pedonali a tu per tu con la natura,
a cura di Anna Morandi, Menuzza Buonanno e Rosanna Nanni
La vecchia statale 18, detta delle Calabrie, ci introduce nella Calabria Tirrenica a sud del
fiume Noce che segna il confine tra Calabria e Basilicata.
Passando per Praja, che è stato uno dei primi insediamenti turistici, come attestano i
palazzotti Liberty e le villette disseminate lungo la strada, la ss.18 si dipana verso sud
con un percorso tortuoso a saliscendi
( percorso 1a - per terra )
che doveva essere terribilmente scomodo per
i poveri viaggiatori che andassero in Calabria, pri della costruzione della nuova ss. 18.
Ma è un percorso straordinario. Tali sono le bellezze,il fascino dei contrasti tra
la dolcezza marina e la brulla asprezza della montagna, il senso di infinito promanante
dal panorama, che i passeggero nel percorrere la vecchia strada resta ammutolito
dall'emozione.
Salendo dalla contrada Fiuzi a sud di Praja, la ss.18 si inerpica su per le colline che
portano a San Nicola Arcella per circa 6 km, per poi appianarsi a Scalea e a Santa Maria
del Cedro.
Non è esagerato paragonare questi 6 km alla Grand Corniche tra Cannes e Nizza sulla Costa
Azzurra, valorizzata da una più antica e saggia cultura turistica, mentre da noi qusi l'intero
percorso è lasciato in abbandono.
La strada statale 18 tra Praja verso San Nicola Arcella sale fino ad uno sperone di roccia,
al km 255, che domina il tratto di costa che va da
Castrocucco, su cui gravano i monti di Maratea, fino a San Nicola Arcella.
E' un mare azzurrissimo dominato dall'isola di Dino, punteggiato da isolotti e scogli, con
deliziose insenature e piccole baie, come quella dell'Arco
Magno, il grande arco di roccia che sovrasta una piccola laguna dove il mare è raffreddato
da polle sorgive di acqua dolce. Sull'arco di accesso alla grotta passava, oggi
c'è una frana, una mulattiera, strada di comunicazione tra la Taverna dell'Orco e la
Fonte del Tufo: per questa strada di comunicazione passò nel 1828 il ministro della
chiesa anglicana C.
T.Ramage, curioso delle bellezze e dei costumi di questa zona.
L'estremo meridionale dell'ampia insenatura è delimitata dalla Torre Saracena posta sul Porto
di san Nicola Arcella, detta Torre di
Crawford, che "spunta isolata da un uncino di roccia". Sono parole dello scrittore
americano di fine ottocento Francis Marion Crawford che, affascinato dalla bellezza di
questa costa, scelse, tra gli altri luoghi per vivere, San Nicola Arcella.
Sullo sperone c'è un belvedere ma ridotto in condizioni di degrado tristissime. Le erbe e
le piante della macchia mediterranea che dovevano abbellirlo sono secche o bruciate. Al loro
posto un mare di bicchieri piatti e bottiglie di plastica, cartacce e rifiuti di ogni genere; non c'è infatti un contenitore che proponga
ai passanti il dovere di non gettare a terra i loro rifiuti, ne un netturbino che li raccolga.
Eppure, affacciandosi alla brutta ringhiera che è stata sovrapposta alla preesistente balaustra, si resta senza fiato, di fronte ad uno scenario fuori del tempo che fa pensare alle avventure di Odisseo ed al viaggio di Enea, c'è infatti, fra le tante, una grotta detta di Enea, che dalla Sicilia passarono per queste rotte.
In mezzo alla costiera spicca l'isola di Dino con le grotte naturali dette del Leone e della
Madonnina e con una torre cinquecentesca di avvistamento che faceva riscontro alla torre di
San Nicola Arcella da un lato e a quelle di Fiuzzi e di Maratea.
Proseguendo per la vecchia statale 18 verso San Nicola Arcella la strada comincia a scendere
e a mostrare i segni delle violenze edilizie che hanno caratterizzato la fase espansiva della
Calabria dal 1975 in poi. Valgano per tutte le due costruzioni sospese che stanno quasi di
fronte nel Canalgrande e che non sono state mai abbattute.
Al km 256 un altro belvedere si affaccia a picco sulla baia di San Nicola Arcella; è possibile
ancora abbracciarla tutta, dal porticciolo naturale con la Torre Saracena, alla spiaggia della
Marinella, alla scalinata che sale sull'Arco Magno.
Ma, ahimè, anche il belvedere del km 256 è ridotto nelle pietose condizioni dell'altro.
Al lato interno della strada si aprono profonde gole dalle pareti rocciose in fondo alle quali
come tra le quinte di un teatro si scorge il mare, oppure si stendono coltivi di ulivo e di vite
che dimostrano l'operosità del Calabrese nell'opporsi all'asprezza del terreno.
In alternativa, partendo del km 250, verso San Nicola Arcella si prende il bivio che va verso
la grande spiaggia in località ArcoMagno
(Percorso 1b - dell'Arco Magno), percorrendo la strada
che limita i lidi, si raggiunge un sentiero che scavalca la Grotta du Previtu prima e
la Grotta du Saracinu poi fino allo Scoglio Caduti, in un suggestivo percorso nella
macchia mediterranea tra cielo e mare.
Scese le ripide scalette si percorre la stradina della Marinella fino a raggiungere a vecchia
Stazione Ferroviaria.
La vecchia stazione ferroviaria e l'area circostante trasformate in un luogo di accoglienza e
di arrivo e di partenza di un trenino turistico che collega tutte le località della Riviera dei
Cedri, (
Centro di Accoglienza ed Aggregazione) costituirà momento di sosta e di ristoro.
Si risale fino ai 110 m sul livello del mare di San Nicola Arcella (
Percorso 2 - dalla vecchia
stazione ferroviaria al belvedere di San Nicola Arcella) attraverso un percorso pedonale fatto
di larghe e comode scalee sino a ragiungere la piazzetta Altieri, nel centro del paese antico.
La strada si addentra nel paese, un labirinto seducente di vicoli e stradine, scalette,
portoncini a volte di nobile fattura, angoli verdi, cascate di buganvillee simile a tanti
altri nostri paesi mediterranei ( penso a
Maratea, a Sperlonga, a Gaeta vecchia) ma che avrebbe bisogno di manutenzione e di
una maggiore cura.
Si arriva così al belvedere di San Nicola Arcella che è un frequentato ritrovo serale di tanti
giovani locali ed offre ai turisti ed agli escursionisti una suggestiva vista sulla baia
sottostante e sull'intero arco del golfo di Policastro. Quando il cielo è terso si può
da qui avvistare la sequenza di paesini
che vanno da Villammare a Scario fino alle luci del lungomare di Marina di Camerota
ed il faro di
Palinuro. Peccato che uno scheletro di costruzione abusiva offenda, ormai da 20 anni,
la serena veduta del mare e dei Monti di Maratea che si stagliano all'imbrunire alla
luce del sole calante.
L'insieme di questi tre percorsi è denominato Percorsi
di Storia e di Mare, "Grand Corniche"
La stradina che si imbocca, poi, (
Percorso 3 - dal belvedere di San Nicola Arcella alla Torre
Saracena) scende attraverso le ville, immerse nel verde del costone sul mare. E' bella,
pulita, ben mantenuta. Essa prosegue con una scaletta, ora mal tenuta e pericolosa, che,
ripida, si immerge nel verde della macchia mediterranea verso il mare.
A mezza costa circa un sentiero trasversale ci permette di raggiungere un interessante
belvedere posto sul tracciato della vecchia ferrovia, da tempo dimessa, all'altezza del
Fosso di san Nicola, tra il tunnel di
"Casaletto" e il tunnel "Torre Dino". Da questo Belvedere, che chiameremo
del Cataletto, si domina il Porticciolo e la Torre Saracena.
Percorrendo, in un breve percorso, il tunnel Torre Dino si raggiungerà, poi, la piazzetta
inferiore della Baia Azzurra, un naturale belvedere, deturpato da un muretto ad altezza di
uomo recentemente costruito da un privato, che guarda il porto di San Nicola, la Torre Saracena
e sullo sfondo il panorama dei Monti del Cilento con in primo piano l'Isola di Dino.
Un sentiero tra le ville della Baia Azzurra ed il mare permetterà di raggiungere la Torre
Saracena di San Nicola Arcella. Una torre cinquecentesca di difesa che faceva riscontro
alla torre di Dino e di
Fiuzzi. Di difesa perché le dimensioni, area, altezza, struttura, fanno ipotizzare
la presenza di guarnigioni che potessero difendere la costa dalle aggressioni dei Turchi
nel secolo XVI, come pare che avvenissero in queste zone.
Si risale poi (Percorso 4 - dalla Torre Saracena al Palazzo del Principe) attraverso la
scalinata del Lidi la Fonte verso una strada, molto bella e panoramica che porta in cima ad
una bella collina sovrastante il porto di san Nicola Arcella coperta di macchia mediterannea
su cui si erge il cosiddetto Palazzo del Principe. Lungo il percorso, sotto il Palazzo
da un belvedere naturale, formato da una ansa della strada, si domina tutto il golfo di
Policastro, l'isola di Dino e a destra la distesa del mare aperto. "Il libero mare"
a dirla con Magris.
Il Palazzo dei Principi Spinelli Lanza, in corso di ristrutturazione, è un edificio forse
di scuola vanvitelliana, a giudicare dall'eleganza della corte e della scalea, o forse
posteriore. Per questo grande edificio si possono formulare proposte interessanti
perché diventi un centro polivalente, una sorta di Centro di Eccellenza, dedicato allo
sviluppo del territorio e delle popolazioni locali.
Dal Belvedere sotto il Palazzo del Principe (
Percorso 5 - dal Palazzo del Principe alla
Torre Dino), si ridiscende per 500 metri e si percorre un sentiero lungo il tracciato della
fognatura fino alla casa Manfredi.
Sempre camminando sul sentiero a mezzacosta si arriva alla casa Spada. Superata la casa
Magri si raggiunge la Torre Dino. Costruzione circolare di epoca
angioina, probabilmente torre di avvistamento, poi usata come faro ed ultimamente
divenuta casa privata. Il luogo costituisce un ottimo belvedere. Da qui lo
sguardo si spinge lungo la costa verso Cirella e Diamante.
Dalla Torre Dino, infine, si prosegue verso la Baia del Carpino
(Percorso 6 - da Torre Dino
alla Baia del Carpino) percorrendo un magnifico viale fiancheggiato da alte e secolari querce ed
un magnifico sentiero tra cielo terra e mare.
a cura
dell'Associazione Amici di san Nicola Arcella - Onlus
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